Cilavegna

Allevamento abusivo e macellazione clandestina: un centinaio tra suini e bovini a rischio abbattimento

L'appello dei volontari per trovare una nuova collocazione agli animali maltrattati.

Allevamento abusivo e macellazione clandestina: un centinaio tra suini e bovini a rischio abbattimento
Pubblicato:

Cilavegna: allevamento abusivo e macellazione clandestina: un centinaio tra suini e bovini a rischio abbattimento L'appello dei volontari per trovare una nuova collocazione agli animali maltrattati.

Allevamento abusivo

Il 2 settembre scorso a seguito dell’intervento delle Forze dell’Ordine nella periferia di Cilavegna, è stato scoperto un allevamento abusivo, privo di codice azienda e quindi mai censito dal punto di vista sanitario. Nell’area, posta sotto sequestro anche per la presenza di rifiuti speciali pericolosi, fra cui l’amianto, sono stati rinvenuti una sessantina di maiali, un asino, quattro bovini, alcuni avicoli e conigli, detenuti in condizioni di estremo degrado, oltre che ad un grande quantitativo di carni, salumi e formaggi destinati alla rivendita, non adeguatamente conservati ed in avanzato stato di decomposizione, e container dedicati alla macellazione clandestina.

Maltrattamento di animali

La posizione del titolare sarà vagliata con riguardo alla condotta di maltrattamento di animali. All’atto del sopralluogo congiunto delle autorità comunali, ATS di Pavia, Carabinieri e NAS di Cremona, sono infatti state osservate le precarie condizioni di salute degli animali stabulati, in particolare dei suinetti, a rischio di morte per denutrizione. Sono stati osservati numerosi animali con lesioni cutanee e ferite agli arti che ne provocano marcata zoppia. I ricoveri fatiscenti presenti nell’area non garantiscono adeguato riparo agli animali, costretti nel fango ed esposti alle intemperie. Tutta l’area è inoltre cosparsa di detriti, scarti edili e materiale ferroso con segni di ossidazione.

In totale abbandono

Tutti gli animali, nonostante le condizioni di detenzione estremamente precarie, non sono stati posti sotto sequestro, ma lasciati nell’area in condizione di abbandono, stante l’incapacità da parte dei detentori temporanei, individuati da Sindaco ed ATS, a fornire loro le adeguate cure.

Alcuni cittadini, che attraverso comunicazioni scritte e segnalazioni avevano già reso nota la situazione dal 2017 all’Amministrazione comunale di Cilavegna, sfiduciati dalle Istituzioni, hanno coinvolto le associazioni di tutela animale territoriali, preoccupati per il maltrattamento e le condizioni generali degli animali, giudicate al limite della sopravvivenza.

I volontari, impegnati da ottobre, ed affiancati da privati cittadini, hanno soccorso gli animali in stato di sofferenza e da subito provveduto ad alimentarli, ad allestire abbeveratoi per fornire acqua pulita, creare ripari utilizzando i materiali di risulta presenti nell’area, a separare gli esemplari maschi dalle femmine per evitare nuove nascite, sforzi costantemente vanificati dall’azione degli attuali detentori. I volontari si sono da subito attivati, forti delle rassicurazioni ottenute dalle Istituzioni circa la possibilità di una ricollocazione etica degli animali, fornendo all’Autorità i primi codici aziendali delle strutture che si sono dimostrate disponibili ad accoglierli come animali da compagnia, in collaborazione con il Nucleo CITES dell’Arma dei Carabinieri che in parallelo ha contattato le oasi della “Rete dei Santuari”.

L'appello dei volontari

LAV, attraverso il proprio legale Avv. Barbara Citterio del foro di Pavia, ha presentato istanza di Sequestro alla Procura della Repubblica ed inviato una formale diffida al Sindaco di Cilavegna, invitandolo ad assumere la custodia degli animali, al fine di migliorare le loro condizioni ed evitare la continua movimentazione degli animali rimasti nella disponibilità dei conviventi dell’indagato, circostanza che continua, in assenza di controlli, in palese violazione delle prescrizioni ATS e dell’Ordinanza Sindacale 52/2021 del Comune di Cilavegna che ne vieta lo spostamento.

Già all’arrivo dei volontari, infatti, non risultavano più presenti nell’area i conigli, tutti gli avicoli e l’asino, oltre ad un considerevole numero di suini, le cui carni verosimilmente sono state consumate da persone ignare che quegli animali fossero privi del controllo sanitario previsto dalla normativa vigente.

“Nonostante le azioni legali – dichiara LAV Oltrepò Pavese - ed il costante e gravoso impegno dei volontari e dei cittadini preoccupati per le sorti degli animali, ad oggi non sono stati adottati provvedimenti in merito ed il forte timore è che questo incomprensibile e protratto silenzio della Procura possa portare alla macellazione degli animali, compresi quelli che già hanno trovato persone disposte ad accoglierli”.

L’art. 1 della Convenzione Europea per la protezione degli animali da compagnia, emessa a Strasburgo il 13 novembre 1987 e ratificata con Legge 4 novembre 2010, n. 201, decreta che: “Per animale da compagnia si intende ogni animale tenuto, o destinato ad essere tenuto dall’uomo, in particolare presso il suo alloggio domestico, per suo diletto e compagnia” senza possibilità di restrizioni per ciò che riguarda la specie (“ogni animale”), l’origine o la provenienza (“destinato ad essere tenuto”), potendo essere considerato da compagnia qualsiasi animale, anche inizialmente allevato per la produzione di alimenti.

“Entrando nella struttura abusiva di Cilavegna - prosegue LAV Oltrepò Pavese – è evidente a chiunque la grave sofferenza cui questi animali sono sottoposti. E’ tangibile nei loro occhi che implorano pietà e nei loro corpi, che presentano ferite e segni di una lunga denutrizione. Le scrofe non hanno sufficiente latte per i suinetti, che sono stati osservati già a pochi giorni di vita cercare nutrimento nel fango e costretti su paglia mai sostituita, intrisa di feci e urine”.

Le associazioni LAV Oltrepò Pavese, La Casa di Duca e Pippi ODV, Centro Stalli - un riparo per gli animali salvati e UTI per tutti Unione per la tutela individui, raccogliendo la richiesta di aiuto di tutte le persone coinvolte che hanno inevitabilmente instaurato un legame affettivo con questi poveri animali, rivolgono un appello alle Istituzioni affinché venga al più presto accolta la richiesta di sottrarre gli animali alla reintroduzione nella filiera alimentare o all’incenerimento. Le associazioni chiedono altresì che le autorità responsabili, Comune di Cilavegna e Procura, si adoperino in modo da garantire la ricollocazione degli animali, in ottemperanza a quanto previsto dalla legge e a permettere ai volontari di iniziare a trasferire i primi animali che hanno già trovato adozione.

Immagine5
Foto 1 di 5
Immagine2
Foto 2 di 5
Immagine1
Foto 3 di 5
Immagine4
Foto 4 di 5
Immagine3
Foto 5 di 5
Seguici sui nostri canali