Nel mese di Maria, il ricordo di Don Angelo Gallotti: uomo, maestro e sacerdote
Nel mese mariano, il ricordo di un uomo esemplare che, da maestro e padre di famiglia, divenne sacerdote e guida spirituale

Nel mese di maggio, particolarmente caro a Don Angelo Gallotti per la sua profonda devozione mariana, la sua memoria si fa viva in modo speciale. È proprio in questo mese che ricordiamo tre date fondamentali della sua vita: la nascita a Zerbolò il 30 maggio 1920, l’ordinazione sacerdotale nel Duomo di Vigevano il 3 maggio 1980 e la morte santa, avvenuta il 25 maggio 1990, nella sua abitazione annessa al Monastero delle Adoratrici Perpetue del SS. Sacramento a Vigevano.
Una figura esemplare, raccontata con passione e rigore storico dal prof. Marco Bianchi in un estratto del bollettino dell'Università Cattolica Vita e Pensiero, che delinea il profilo umano, sociale, politico ed ecclesiale di un uomo capace di vivere con pienezza ogni stagione della sua esistenza: da padre di famiglia a sacerdote, da maestro a educatore di generazioni, da cittadino impegnato a uomo di Dio.
Dalle radici umili alla passione per l’uomo
Don Angelo nasce in un contesto profondamente cristiano, dove fin da bambino respira il valore della dignità del lavoro e il senso profondo della comunità. Il padre Pietro è fabbro maniscalco, la madre Angela casalinga e mondina durante il periodo del trapianto nelle risaie. Cresce in un’Italia segnata dalle tensioni sociali del primo dopoguerra, con radici salde nella terra e nella fede, guidato dall’esempio di genitori semplici, ma ricchi di coraggio e autentici valori.
La vocazione al servizio si manifesta precocemente: prima in seminario, poi nei movimenti giovanili dell’Azione Cattolica, infine nella scuola. È maestro per vocazione, e da maestro agisce sempre, anche quando veste abiti diversi. La sua è una pedagogia dell’esempio, della prossimità, del rigore temperato dall’amore.

Un impegno politico ispirato al Vangelo
Negli anni difficili della guerra e della ricostruzione, Angelo Gallotti si distingue per il suo pensiero lucido e l’azione generosa. Contribuisce alla nascita della Democrazia Cristiana, partecipa attivamente ai Comitati di Liberazione, diventa protagonista della rinascita sociale e morale del Paese. È segretario della DC a Gropello Cairoli, animatore di “vacanze impegnate” per i giovani, educatore alla vita civile e religiosa.
Nel 1948 è tra i protagonisti dell’incontro nazionale dei giovani cattolici a Roma, dove offre al Santo Padre un intreccio di spighe di frumento, simbolo dell’Eucaristia. Sempre orientato alla giustizia e alla pietà, vive la politica come servizio al bene comune, mai come strumento di potere.
L'educatore di anime e coscienze
Nel mondo della scuola, Gallotti lascia un'impronta profonda: maestro elementare, poi direttore didattico, infine ispettore scolastico. Ovunque promuove l’educazione civica, l’inclusione degli alunni con disabilità, i corsi serali per adulti, la partecipazione delle famiglie. È un promotore instancabile del dialogo e della corresponsabilità educativa.
Alla scuola affianca l’impegno sanitario, guidando per nove anni con competenza l’ospedale Sant'Ambrogio di Mortara, che da presidio locale diventa una struttura di rilievo regionale. Per questi meriti, il Presidente della Repubblica lo insignisce del titolo di Cavaliere Ufficiale della Repubblica.

Dal dolore alla consacrazione: sacerdote per amore
Dopo la perdita della moglie Annamaria Marabelli e della madre Angela Zella, Gallotti matura con serenità e decisione la scelta del sacerdozio. A sessant’anni, lascia ogni altro incarico per dedicarsi completamente a Dio. Studia teologia sotto la guida di don Adriano Migliavacca, Prefetto degli Studi del Seminario di Pavia, al quale era accorpato quello di Vigevano. Presta servizio parrocchiale nella Basilica di Santa Croce a Mortara e si prepara con umiltà al sacerdozio, accanto a seminaristi molto più giovani.
Il 3 maggio 1980 è ordinato sacerdote. Diventa rettore della chiesa del Sacro Cuore presso le Sacramentine di Vigevano, confessore ricercato, guida spirituale, animatore di un movimento di adorazione eucaristica: le “Lampade Viventi”. Fino alla fine, Don Angelo è presenza viva e luce mite per chiunque lo incontri. Affronta la malattia con serenità evangelica, fino al giorno del ritorno al Padre, il 25 maggio 1990.
Una figura da conoscere, un testimone da seguire
Per chi desidera approfondire la vita e l’opera di Don Angelo Gallotti, si consiglia la lettura dell’estratto dal Bollettino Vita e Pensiero a firma di Marco Bianchi, nonché del volume di Giancarlo Torti, Alla luce della fede, edito dalla Litotipografia s.n.c. di Spinetta (Pavia).
Nel cuore del mese dedicato alla Madonna, si fa più intensa la gratitudine per questo figlio devoto di Maria, che ha saputo far fiorire, in ogni stagione della sua vita, semi di verità, giustizia e carità.
Articolo di Don Roberto Oberosler, salesiano della Comunità di San Zeno in Verona, scomparso il 25 novembre 2024. Riduzione a cura di Emanuele Gallotti, nipote e figlioccio di Battesimo di Don Angelo.
(Foto di copertina: Don Angelo nel pieno della malattia con la figlia Paola e il nipote Emanuele nella cameretta dell'appartamento di Don Angelo attiguo al monastero delle Sacramentine di Vigevano, fine anni Ottanta)