Peste Suina

Joaquin Phoenix piange lacrime di sangue per l'uccisione dei maiali di Cuori Liberi: "Atto vergognoso"

L'attore, vegano e antispecista, da sempre attento a denunciare qualsiasi forma di violenza nei confronti degli animali ha pubblicato un post sui social in cui piange e si indigna per la strage dei maiali curati nel rifugio pavese

Joaquin Phoenix piange lacrime di sangue per l'uccisione dei maiali di Cuori Liberi: "Atto vergognoso"
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Joaquin Phoenix, da sempre vicino alla causa dei diritti degli animali e contro lo specismo, ha pubblicato un post su Instagram in cui piange lacrime di sangue per la strage dei maiali ospitati nel rifugio Cuori Liberi di Zinasco.

Joaquin Phoenix piange lacrime di sangue per i maiali di Cuori Liberi

La vicenda dei maiali abbattuti al Rifugio Cuori Liberi ha varcato i confini italiani arrivando fino oltreoceno. Anche Joaquin Phoenix, infatti, si è schierato contro l’uccisione dei suini del Santuario di Zinasco. Il popolare attore americano ha infatti pubblicato su Instagram un post in cui condanna la mattanza dei dieci animali.

“Quello che è successo è vergognoso e terrificante - scrive sul social l'attore, anche attivista vegano -. Tutti i maiali del Rifugio italiano sono stati abbattuti. I medici veterinari che dovrebbero salvare vite li hanno sterminati senza compassione. Questo atto disumano non deve rimanere in silenzio. Il mio pieno sostegno a tutti coloro che per due settimane hanno difeso la vita e la libertà. Siamo con tutti voi!“

A corredo delle parole anche una foto in cui viene ritratto mentre piange lacrime di sangue per i maiali uccisi: Crosta, Libertà, Crusca, Pumpa, Dorothy, Mercoledì, Bartolomeo, Ursula, Carolina e Spino, questi i loro nomi. Una condanna senza se e senza ma da parte dell’attore premio Oscar, che già altre volte ha mostrato la sua estrema sensibilità per la causa animale.

 

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Lo sgombero e l'uccisione dei suini

L'intera vicenda è iniziata alle prime luci del giorno di mercoledì 20 settembre 2023, con l'irruzione delle Forze dell'ordine e dei veterinari Ats Pavia, nel rifugio di Zinasco. Per poi concludersi con l'uccisione di tutti i suini di fronte agli occhi in lacrime di coloro che, da un paio di settimane, avevano tentato di salvare i poveri animali.

Da alcuni giorni, infatti, gli attivisti di diversi associazioni ambientaliste si trovavano in presidio presso il rifugio. Questo però non è bastato a bloccare l'operazione di Polizia attivata in base all'ordinanza di Ats Pavia in merito alla prevenzione della Peste Suina che imponeva l'abbattimento dei maiali lì ospitati.

L'operazione è stata avviata, come già detto, alle prime luci dell’alba. Al rifugio di Zinasco sono arrivate circa una decina di camionette e auto della polizia con uomini in assetto anti-sommossa. A loro il compito di forzare il presidio all’ingresso e permettere l'accesso alla struttura ai veterinari di Ats. Nel parapiglia che ne è nato, sembra che tre attivisti siano anche rimasti contusi.

"Esposto alla Procura di Pavia"

In merito a quanto accaduto l'Associazione Italiana Difesa Animali AIDAA ed Ambiente a annuciato un esposto alla Procura di Pavia:

"Quanto accaduto nel rifugio Cuori Liberi, con le cariche della polizia, gli animalisti portati via a braccio, la ragazza costretta a stare a testa in giù con violenza, ma sopratutto i maiali ammazzati nonostante fossero sani e nonostante non sia stato fatto il test sulla peste suina e molto altro non possono restare senza conseguenze", dice l'associazione animalista in un comunicato.

"Per questo tra lunedi e martedi invieremo un esposto alla procura di Pavia per chiedere che vengano acceertati i fatti e le responsabilità, mentre ci chiediamo perhè in questa situazione non ci sia stato da parte delle autorità un atteggiamento di apertura e confronto come in altre occasioni tenendo conto del fatto che in altre occasioni si sono trovate soluzioni che hanno permesso la salvezza della vita dei maiali, procedure del resto previste dalla legge.

Presenteremo infine un esposto all'ordine dei medici veterinari per chiedere di verificare il comportamento dei veterinari che hanno eseguito le sentenze di morte senza prospettare diverse soluzioni e sui loro atteggiamenti successivi".

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