Educare al tema della morte: premiato il progetto di Simone D’Alpaos, psicologo del San Matteo
Il prestigioso riconoscimento ottenuto al Congresso Nazionale della Società Italiana di Cure Palliative (SICP)
Secondo posto nazionale per Simone D’Alpaos, psicologo del San Matteo specializzato in oncologia al Congresso di Cure Palliative.
Congresso di Cure Palliative, secondo posto per Simone D'Alpaos
Simone D’Alpaos, psicologo specializzato in oncologia e cure palliative presso il Dipartimento Oncologico del Policlinico San Matteo di Pavia, ha ottenuto un prestigioso riconoscimento al Congresso Nazionale della Società Italiana di Cure Palliative (SICP), tenutosi a Riccione dal 21 al 23 novembre scorso. Il dottor D’Alpaos si è classificato al secondo posto con il suo innovativo (e delicato) lavoro intitolato “Educare al tema della morte nelle scuole. Conoscere durante la perdita”.
Il progetto, sviluppato in due classi quarte di una scuola primaria di primo grado a Pavia, affronta un tema di grande sensibilità e attualità: educare i bambini alla comprensione e alla gestione del concetto di morte e perdita. L'iniziativa è stata selezionata tra 256 lavori per il Premio Vittorio Ventafridda, uno dei riconoscimenti più ambiti promossi dalla SICP.
Il Premio Vittorio Ventafridda
Il Premio Vittorio Ventafridda è dedicato alla memoria del celebre pioniere delle cure palliative e fondatore della Società Italiana di Cure Palliative. Viene assegnato a professionisti under 40 che si distinguono per la rilevanza scientifica, l'originalità e l'efficacia delle loro ricerche nel campo delle cure palliative, sia per pazienti oncologici sia non oncologici. Il lavoro del dottor D’Alpaos è stato apprezzato non solo per il contenuto innovativo, ma anche per la chiarezza e l'impatto della presentazione.
Un tema delicato affrontato con coraggio
L'educazione al tema della morte è spesso considerata un argomento tabù, soprattutto nelle scuole. Tuttavia, il progetto di Simone D’Alpaos dimostra che affrontare apertamente questa tematica può aiutare i bambini a sviluppare una maggiore consapevolezza e capacità di elaborare il lutto. L'iniziativa è stata accolta con interesse dalla comunità scientifica e potrebbe rappresentare un modello replicabile anche in altri contesti educativi.