LA COMMEMORAZIONE

A 36 anni dal crollo della Torre Civica, il ricordo in piazza Duomo a Pavia

Una cerimonia di commemorazione in memoria delle quattro persone che persero la vita nel tragico evento

A 36 anni dal crollo della Torre Civica, il ricordo in piazza Duomo a Pavia
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Pavia ha ricordato ieri il crollo della Torre Civica: a 36 anni dalla tragedia, commemorazione in piazza Duomo. Quel tragico 17 marzo 1989 morirono 4 persone e altre 15 rimasero ferite.

Pavia ricorda il crollo della Torre Civica

Era la mattina del 17 marzo 1989 quando avvenne il crollo improvviso della Torre Civica di Pavia. A distanza di 36 anni, il ricordo di quel tragico evento resta vivo nella memoria collettiva. Per commemorare le vittime e riflettere sull'impatto che questa tragedia ha avuto sulla comunità, anche quest'anno il Comune di Pavia ha organizzato una cerimonia pubblica in Piazza del Duomo, che si è tenuta intorno alle ore 10.

4 morti e 15 feriti

Il parroco del Duomo  di Pavia don Giampietro Maggi ha scandito i nomi delle quattro vittime: l’edicolante Giuseppina Pia Comaschi (52 anni), Giulio Fontana (76 anni), titolare del ristorante Regisole, e poi le giovanissime studentesse di San Genesio Adriana Uggetti (18 anni) e Barbara Cassani (17 anni). A distanza di tanti anni, accanto al moncone della torre, resta una vasca d’acqua a testimoniare una ferita mai rimarginata per la città. Il crollo causò anche 15 feriti.

17 marzo 1989: il crollo della Torre Civica

Il discorso del vicesindaco

Presente alla cerimonia il vicesindaco, Alice Moggi, che ha così detto:

**Care Concittadine, cari Concittadini,
Autorità civili, militari e religiose**
Siamo qui oggi a ricordare un evento tragico che ha segnato profondamente la nostra città.
"La città colpita al cuore" titolavano i giornali di quei giorni.
Erano le 8.55 del 17 marzo 1989, 36 anni fa, un boato e poi il crollo. Quattro morti, tre donne ed un uomo, quindici feriti, cinque giorni di soccorsi e più di quattrocento persone impegnate.

Alice Moggi durante la commemorazione

Oggi vogliamo ricordare:
Giuseppina Comaschi, che in questa piazza aveva la sua edicola, morta nel disperato tentativo di chiamare i soccorsi
Giulio Fontana, che in questa piazza aveva il suo ristorante
Adriana Uggetti e Barbara Cassani, 18 e 17 anni, due giovani donne che si trovavano a passare per caso.
Davanti a quello che resta, oggi qui, di quella torre alta 78 metri ci stringiamo nel ricordo delle vittime, vicino alle loro famiglie, ricordando una ferita che ha per sempre cambiato la nostra città.

Un crollo che ha lasciato vuoto e paura; e che Mino Milani, proprio quel giorno in un suo breve articolo descriveva con queste parole:
"C'è di nuovo quel senso di catastrofe, che ho conosciuto durante la guerra, gente aggrappata, volti alterati, quello strano silenzio"
Un vuoto a cui la città però ha saputo reagire; sempre Mino Milani nello stesso articolo - che volle intitolare "Un dolore che accresce l'amore per la nostra città" - scrive:
"La storia di una città millenaria, cerco di dirmi, è fatta anche di queste tragedie, fulminee, imprevedibili e senza scampo. Cosa ci resta da fare se non amarla ancora di più?"
Allora che questa tragedia, costata la vita a Giuseppina Comaschi, Giulio Fontana, Adriana Uggetti e Barbara Cassani, faccia rinascere in noi, ancora oggi, così come 36 anni fa, l'amore e la cura per la nostra città e per i suoi abitanti".

Una ferita ancora aperta

La Torre Civica, un'imponente struttura di 78 metri, sorgeva accanto al Duomo. Quel giorno, alle 8:55 del mattino, 8.000 metri cubi di mattoni e detriti si abbatterono sulla piazza, trasformando un simbolo della città in un cumulo di macerie. Le cause esatte del crollo non sono mai state del tutto chiarite, anche se le indagini lo attribuirono a un cedimento strutturale.

Ancora oggi, i resti della torre sono visibili accanto alla Cattedrale, a pochi passi da una targa commemorativa che ricorda le vittime di quella drammatica mattina. La commemorazione annuale rappresenta un momento di raccoglimento per la cittadinanza, un'occasione per ricordare non solo chi ha perso la vita, ma anche l'importanza della tutela del patrimonio storico e della sicurezza delle strutture architettoniche.

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