Trasportata d'urgenza dalla Sardegna

35enne affetta da grave ipertensione polmonare tromboembolica salvata al San Matteo

La paziente ora sta bene, ed è in grado di eseguire test funzionali in linea con l'età e con i suoi trascorsi di giocatrice di pallavolo in serie C1.

35enne affetta da grave ipertensione polmonare tromboembolica salvata al San Matteo
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Importante intervento al San Matteo di Pavia su giovane donna affetta da grave ipertensione polmonare tromboembolica.

35enne salvata al San Matteo

Una giovane donna 35enne, nelle scorse settimane, è stata trasportata in urgenza dalla Sardegna alla Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo di Pavia, centro di riferimento nazionale per la cura dell’ipertensione polmonare cronica tromboembolica (IPCTE).

La paziente, affetta da una gravissima forma di questa patologia, con scompenso cardiaco terminale e in ossigeno-terapia ad alti flussi, è stata subito sottoposta ad intervento di endoarteriectomia polmonare (EAP): una delicata operazione di chirurgia cardiopolmonare che consiste nel liberare tutte le arterie polmonari dal materiale cronico tromboembolico che le ostruisce.

L'intervento

Ripulendo e riattivando il circolo arterioso polmonare se ne abbassano le resistenze e, di conseguenza, si aiuta la porzione destra del cuore a ritrovare la sua normale funzionalità, scongiurando il rischio di cedere alle continue sollecitazioni dovute all’ostruzione cronica tromboembolica del circolo polmonare.

Le condizioni della paziente erano così critiche che presentava anche un elevato rischio di arresto cardio-respiratorio. Per questo, prima di sedarla e intubarla, in anestesia locale, è stata collegata ad un supporto cardio-circolatorio.

L’intervento è stato realizzato da Andrea Maria D’Armini, cardiochirurgo e responsabile della struttura semplice dipartimentale di cardiochirurgia - chirurgia cardiopolmonare e dell’ipertensione polmonare, con un’equipe chirurgica composta da Cristian Monterosso, cardiochirurgo; Elisa Milanesi e Mariangela Sottosanti, cardioanestesisti; Fausto Martinelli, tecnico perfusionista; Rosanna Feroleto, Romina Torchio e Rosita Occhiuzzi, infermieri; Anna Celentano, medico in formazione specialistica.

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Nonostante le condizioni della paziente, al suo arrivo, fossero particolarmente critiche e preoccupanti “l’immediato decorso post-operatorio è stato molto meglio di quanto ci saremmo potuti aspettare” ha commentato il professor D’Armini.

Il decorso post-operatorio

La paziente, infatti, dopo cinque giorni di ricovero in Anestesia e Rianimazione II Cardiopolmonare è stata ricoverata nel reparto di degenza, dove è rimasta pochi giorni prima di essere trasferita in un centro specializzato per un periodo di riabilitazione post-operatoria (dott.ssa Giovanna Callegari, Pneumologia ICS Maugeri, IRCCS Montescano).

“Prima della dimissione è stato eseguito un cateterismo cardiaco destro che ha mostrato dei risultati emodinamici polmonari e funzionali cardiaci clamorosi – spiega Andrea Maria D’Armini -: la pressione polmonare media è scesa da 55 a 21 (-63%), la portata cardiaca è aumentata da 2.0 a 3.9 (+95%) e le resistenze vascolari polmonari (un calcolo che tiene conto sia delle pressioni polmonari che della portata cardiaca) sono scese da 2092 a 267 (-87%). Si tenga presente che si considerano valori normali di pressione polmonare media quelli inferiori a 25 (la paziente dopo la EAP ha 21) e valori normali di resistenze vascolari polmonari quelli inferiori a 300 (la paziente dopo la EAP ha 267). Inoltre, la paziente, al momento del trasferimento per la riabilitazione, necessitava solo di un minimo supporto di ossigeno-terapia”.

La paziente ora sta bene e il 22 giugno, a un mese esatto dall’intervento, è stata dimessa anche dal centro di riabilitazione senza necessitare più di ossigenoterapia; è in grado di eseguire test funzionali in linea con l’età e con i suoi trascorsi di giocatrice di pallavolo in serie C1.

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