Giovani ai tempi del Covid, a Broni attivato uno spazio di ascolto psicologico
Il servizio si rivolge alla fascia di età tra i 14 e i 26 anni. Il sindaco: “Abbandonare i ragazzi e le ragazze significa tradire il futuro. Noi vogliamo essere al loro fianco”.
Il comune di Broni istituisce uno spazio di ascolto psicologico rivolto ai giovani tra i 14 e i 26 anni di età. Sarà attivo ogni mercoledì dalle 16 alle 18.
Giovani ai tempi del Covid: spazio di ascolto psicologico
I giorni di scuola vissuti davanti a uno schermo, l’interazione sociale ridotta al lumicino, i contorni dell’immediato futuro sfocati dalla lente dell’incertezza: un cocktail frastornante, quello che la pandemia riversa giorno dopo giorno sugli equilibri psicologici di giovani e giovanissimi. Per questo il Comune di Broni, con la collaborazione della psicoterapeuta Daniela Schiffardi, ha deciso di istituire uno spazio d’ascolto dedicato ai ragazzi tra i 14 e i 26 anni, fascia d’età (già fisiologicamente difficile) che i tempi del Covid-19 hanno messo di fronte a prove mai affrontate prima d’ora.
«Molti teenager – sottolinea la dottoressa Schiffardi – stanno perdendo alcuni dei più bei momenti della giovinezza. È importante far sapere loro che non sono soli, ma soprattutto aiutarli nell’affrontare quegli stravolgimenti del quotidiano che sempre più spesso generano ansia, amarezza, senso di isolamento. Il servizio attivato dal Comune di Broni vuole rivolgersi a tutti i giovani che stanno lottando per i propri diritti e il proprio futuro, con uno spazio nella comunità in cui vivono per far sentire la loro voce, promuovere gli stili di vita più sani e la società più giusta, inclusiva e libera da discriminazione».
Ogni mercoledì
Lo spazio d’ascolto sarà attivo il mercoledì dalle 16 alle 18, presso il palazzo municipale. Per ricevere un primo intervento di supporto psicologico è possibile contattare il numero 339/5234700 e fissare un appuntamento per un colloquio in presenza.
«Lo spirito da cui nasce questa iniziativa – interviene il sindaco Antonio Riviezzi – non è dissimile da quello che ci ha portato ad attuare tutti gli altri interventi a sostegno della cittadinanza, del commercio, dell’istruzione e della sanità dall’inizio dell’allarme sanitario ad oggi. Penso infatti che un’amministrazione locale abbia il dovere, morale prima ancora che istituzionale, di fare tutto ciò che è in suo potere per il benessere della collettività sul territorio.
Ma c’è anche qualcosa di più. Attualmente i giovani – aggiunge Riviezzi - stanno pagando un prezzo altissimo, proprio loro che rappresentano la speranza del domani. In molti si sta facendo largo un senso di sfiducia e insoddisfazione nei confronti della vita, come dimostra un recente sondaggio effettuato dall’Unicef. Non dobbiamo lasciarli soli, ma aiutarli a superare gli ostacoli che la pandemia sta mettendo sul loro cammino, perché abbandonarli significherebbe tradire, con colpevole indifferenza, il futuro della comunità»