stanziati 800mila euro

Emergenza casa a Pavia: 600 alloggi vuoti e solo 22 disponibili

Dopo le proteste in consiglio comunale, il Comune stanzia 800mila euro. Ma gli attivisti chiedono interventi urgenti e strutturali

Emergenza casa a Pavia: 600 alloggi vuoti e solo 22 disponibili
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La crisi abitativa a Pavia è al centro del dibattito politico e sociale cittadino. Nel recente consiglio comunale, oltre alle polemiche sul campo sinti di piazzale Europa, si è discusso nuovamente di edilizia popolare e diritto alla casa, un tema che si fa ogni giorno più urgente.

Emergenza casa a Pavia: 600 alloggi vuoti e solo 22 disponibili

Negli ultimi mesi, l’assemblea per il diritto alla casa ha organizzato diversi picchetti per bloccare gli sfratti programmati, denunciando una situazione ormai insostenibile. In risposta alle mobilitazioni, il Comune ha annunciato un nuovo stanziamento da 800 mila euro destinato alla ristrutturazione degli alloggi popolari attualmente vuoti.

Secondo i dati forniti dagli attivisti, le famiglie in attesa di una casa popolare sono passate da 600 dello scorso anno a 700 oggi, mentre il nuovo bando mette a disposizione solo 22 alloggi. Una disparità che alimenta tensione sociale e pone interrogativi sulla capacità dell’amministrazione di affrontare il problema in modo strutturale.

In città si contano circa 600 case popolari vuote, di cui 170 di proprietà comunale. Per molte di queste, però, mancano i fondi necessari alla riqualificazione, e dunque rimangono inutilizzate.

Le pressioni

Per questo motivo, i rappresentanti dell’assemblea chiedono un intervento straordinario di almeno 3 milioni di euro per garantire tempi rapidi e una risposta concreta.

"Le case servono adesso, non tra un anno o due", hanno dichiarato in aula. "Questo non è un problema di pochi, ma una questione morale e collettiva."

L’amministrazione ha riconosciuto la criticità della situazione, ma i tempi tecnici e le risorse disponibili restano limitati. Intanto, però, le emergenze abitative continuano a crescere, rendendo sempre più evidente che il diritto all’abitare rappresenta una delle sfide più pressanti per la città.

Il confronto resta aperto, e la pressione dal basso non accenna a diminuire.