Garlasco, tracce di Dna maschile nella bocca di Chiara Poggi e non sono di Alberto Stasi
La traccia non appartiene neanche a Sempio, si ipotizza ci fosse un ignoto sul luogo del delitto. Ma potrebbe essere un caso di contaminazione

Continuano le nuove indagini sul delitto di Garlasco che ha sconvolto l'Italia ormai diciotto anni fa ed è emerso un nuovo dettaglio nel corso dell’incidente probatorio.
Dna maschile nella bocca di Chiara Poggi
Una quantità di Dna maschile, non appartenente né ad Alberto Stasi — il fidanzato della giovane, condannato in via definitiva a 16 anni di carcere — né ad Andrea Sempio, attualmente indagato, è stata trovata nella bocca di Chiara Poggi. Il dato è emerso dalla riesamina di uno dei tamponi orali prelevati ancora il 13 agosto 2007, giorno in cui fu brutalmente uccisa.
La traccia fu raccolta con una garza dal medico legale Marco Ballardini che allora effettuò gli esami autoptici, ma per ragioni rimaste sconosciute, quel materiale genetico non fu mai analizzato all’epoca. Solo oggi, a distanza di quasi due decenni, viene finalmente sottoposto a esame scientifico.
Non è di Stasi e neanche di Sempio
Secondo quanto riferito dai consulenti delle parti, si tratterebbe di un profilo genetico del cromosoma Y — quindi sicuramente maschile — rinvenuto in quantità ridotta, per i consulenti di Stasi la rilevazione è completa. Un ritrovamento che, per alcuni, potrebbe avere implicazioni investigative dirompenti, ma che al momento resta incerto.
La presenza di un Dna maschile sconosciuto nella bocca di Chiara potrebbe suggerire la presenza di un'altra persona sul luogo del delitto, forse mai indagata prima. Potrebbe trattarsi però di un caso di contaminazione, ovvero di un trasferimento involontario avvenuto durante i primi esami.
Il materiale genetico potrebbe provenire da un assistente del dottor Ballardini o da chi ha maneggiato la garza utilizzata per il prelievo.
C'era un ignoto sul luogo del delitto?
La pista, quindi, che necessita di ulteriori analisi e verifiche, anche per stabilire se il profilo individuato sia realmente confrontabile con un soggetto specifico. La procura di Pavia guidata dal procuratore Fabio Napoleone e il nucleo investigativo dei carabinieri di Milano, ipotizzano ci fosse un ignoto al momento del delitto.
Secondo il capo d'incolpazione attualmente in fase di valutazione, Andrea Sempio avrebbe infatti potuto agire in concorso con altri, una tesi che si intreccia direttamente con il ritrovamento del nuovo Dna.
Per la famiglia Poggi è tutta fuffa
Di tutt’altro avviso è l’avvocato Gian Luigi Tizzoni, legale della famiglia Poggi, che ha definito il dato "totalmente destituito da qualsiasi fondamento". Ha dichiarato infatti che non ci sono Dna di soggetti sconosciuti sulla scena del crimine e ovviamente tanto meno sul corpo di Chiara.
Tizzoni ha anche criticato la continua ricerca di piste alternative prive di “riscontri oggettivi”, parlando di “ipotesi infondate” che rischiano solo di alimentare ulteriori polemiche e dolore per la famiglia.