LA DECISIONE

Garlasco, la Cassazione conferma la semilibertà ad Alberto Stasi

Via libera definitivo dopo le polemiche sull’intervista concessa durante un permesso premio

Garlasco, la Cassazione conferma la semilibertà ad Alberto Stasi
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La Cassazione ha confermato la semilibertà per Alberto Stasi, condannato per l’omicidio di Chiara Poggi, nonostante l’opposizione della procura legata a un’intervista rilasciata durante un permesso premio. Stasi potrà muoversi liberamente, con alcune prescrizioni e il divieto di tornare a Garlasco.

Conferma semilibertà ad Alberto Stasi

La Corte di Cassazione ha confermato oggi, 1 luglio 2025, la concessione della semilibertà ad Alberto Stasi, condannato in via definitiva per l’omicidio di Chiara Poggi. La decisione arriva dopo un’articolata fase di opposizione da parte della procura generale, che nei giorni scorsi aveva tentato di bloccare l’iter favorevole al detenuto.

L'intervista

La controversia è nata in seguito a un’intervista rilasciata da Stasi al programma televisivo Le Iene, andata in onda su Italia 1, che aveva sollevato dubbi da parte della Procura Generale. La sostituta Procuratrice Valeria Marino ha infatti sostenuto che l’intervista fosse stata concessa durante un permesso familiare, ipotizzando che ciò potesse rappresentare un uso improprio del tempo previsto per stare con la famiglia.

Dal carcere di Bollate, dove Stasi è detenuto, è intervenuto il direttore Giorgio Leggieri, chiarendo che l’intervista, registrata il 22 marzo 2025, è stata effettuata durante un permesso premio e che non sono state rilevate infrazioni alle prescrizioni carcerarie. Anche la difesa di Stasi aveva sottolineato come la questione fosse già stata ampiamente chiarita.

Non potrà tornare a Garlasco

Con la conferma della semilibertà da parte della Cassazione, Stasi potrà godere di una maggiore libertà di movimento. Potrà muoversi liberamente, utilizzando mezzi pubblici e, se autorizzato, anche un’automobile, pur mantenendo le prescrizioni standard, come il divieto di possesso di armi e il divieto di contatti con persone pregiudicate. Resta invece vietato il suo ritorno a Garlasco, luogo legato al delitto per cui è stato condannato.