San Matteo, eccellenza mondiale per la chirurgia dell’ipertensione polmonare
Dal primo intervento nel 1994 a quasi 1.400 di oggi: il centro pavese guida l’Europa nell’endoarteriectomia polmonare (EAP)

Oltre 30 fa al San Matteo di Pavia la prima endoarteriectomia polmonare (EAP) su un paziente 34enne: ad oggi toccata quota 1.400, circa il 5% in pazienti provenienti dall’estero.
San Matteo, eccellenza per l’ipertensione polmonare
Era l’11 aprile 1994 quando al Policlinico San Matteo di Pavia veniva eseguita la prima endoarteriectomia polmonare (EAP) su un paziente di 34 anni. Da allora, quell’uomo ha condotto una vita assolutamente normale. Oggi, a distanza di oltre trent’anni, il Centro diretto dal professor Andrea Maria D’Armini è diventato un punto di riferimento a livello internazionale per il trattamento chirurgico dell’ipertensione polmonare cronica tromboembolica (IPCTE).

I numeri
Ad oggi, sono quasi 1.400 gli interventi eseguiti al San Matteo, di cui il 4,8% su pazienti provenienti dall’estero. Il centro pavese non è solo il riferimento nazionale per questo tipo di chirurgia altamente specialistica, ma anche uno dei cinque centri al mondo con la maggiore esperienza, insieme a San Diego (USA), Cambridge (Regno Unito), Parigi (Francia) e Bad Nauheim (Germania).
Se nei primi 25 anni di attività solo l’1,3% degli interventi ha riguardato pazienti inviati da strutture sanitarie straniere, oggi la situazione è profondamente cambiata. Nel solo biennio 2023-2024, su 155 interventi eseguiti, ben il 21,3% ha interessato pazienti provenienti da altri Paesi europei.
“La maggior parte arriva dalla Romania – spiega il professor D’Armini – dove sette centri sanitari, tra cardiologie e pneumologie, collaborano con noi. Ma riceviamo pazienti anche da Albania, Grecia, Cipro, Malta, Bulgaria e Kosovo, nazioni dove questa procedura non viene ancora effettuata”.
Collaborazione sanitaria oltre confine
Il crescente flusso di pazienti esteri conferma l’elevato livello di fiducia internazionale riposto nel San Matteo e rappresenta un modello virtuoso di cooperazione europea in ambito sanitario. Un successo che unisce competenze cliniche, ricerca, e una capacità unica di affrontare casi complessi, dando una speranza concreta a pazienti da tutto il continente.