le ragioni e le reazioni

Stasi, i giudici: "Ha sempre dimostrato empatia per Chiara". La famiglia Poggi: "Speriamo di non incontrarlo mai"

La Procura generale si era opposta: “Intervista non autorizzata”. Ma per i giudici, “nessun divieto espresso”.

Stasi, i giudici: "Ha sempre dimostrato empatia per Chiara". La famiglia Poggi: "Speriamo di non incontrarlo mai"
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La notizia è arrivata in modo improvviso, nel silenzio della casa di Garlasco dove la famiglia Poggi vive da quel tragico 13 agosto del 2007. È stato il telegiornale regionale a informare della decisione del Tribunale di Sorveglianza di Milano: Alberto Stasi, condannato in via definitiva a 16 anni per l’omicidio della fidanzata Chiara Poggi, ha ottenuto la semilibertà.

Semilibertà a Stasi: la reazione dei Poggi

Un colpo duro per i genitori di Chiara. La madre, Rita Preda, ha rilasciato poche, misurate parole, cariche però di tutta la stanchezza e il dolore accumulati in questi anni:

“L’abbiamo saputo poco fa. Proviamo solo, ancora una volta, tanta amarezza. Speriamo solo di non incontrarlo mai”.

A Garlasco, la famiglia Poggi si prepara all’ennesima ondata di attenzione mediatica. “Ci sarà di nuovo l’assedio di tv e giornali”, ha detto la madre di Chiara, “ma ormai siamo abituati”. Le sue parole, asciutte ma profonde, raccontano il dolore di chi, a distanza di quasi vent’anni, continua a convivere con una ferita mai rimarginata, resa ancora più dura dalla consapevolezza che l’uomo ritenuto responsabile della morte della loro figlia tornerà a circolare, seppur parzialmente, in libertà.

Stasi, i giudici: "Ha sempre dimostrato empatia per Chiara". La famiglia Poggi: "Speriamo di non incontrarlo mai"
Garlasco - Sopralluogo nella villetta dopo l'omicidio di Chiara Poggi

Alberto Stasi, oggi 41enne, potrà lasciare il carcere durante il giorno non solo per motivi lavorativi, ma anche per partecipare ad attività di reinserimento sociale. Ogni sera però dovrà fare ritorno all’istituto di Bollate. La misura concessa rientra nei casi previsti dall’articolo 48 dell’Ordinamento Penitenziario, e sarà il direttore del carcere ad avere la responsabilità della sua applicazione concreta.

La decisione è arrivata nonostante il parere contrario della Procura Generale. La sostituta procuratrice generale Valeria Marino si era opposta con fermezza, richiedendo il rigetto dell’istanza o, in subordine, un rinvio per approfondire alcune circostanze, ritenute rilevanti. In particolare, l’intervista rilasciata da Stasi alla trasmissione televisiva “Le Iene” durante un permesso premio, senza aver chiesto alcuna autorizzazione specifica in merito ai contenuti poi andati in onda.

Le decisioni dei giudici

Per la Procura, si trattava di un comportamento incompatibile con il percorso rieducativo. Ma i giudici della Sorveglianza hanno scritto nel loro provvedimento che “il beneficio concesso non imponeva al detenuto alcun divieto espresso di avere rapporti con i giornalisti” e che l’intervista del 22 marzo 2025, rilasciata durante un permesso premio, è stata condotta con un “tenore pacato”.

Il Tribunale ha inoltre motivato la concessione della semilibertà con le valutazioni positive espresse dagli educatori e dagli operatori del carcere di Bollate, che hanno seguito Stasi nel suo percorso detentivo. Gli stessi hanno riconosciuto in lui un “costante senso di responsabilità e correttezza personale, sia nelle attività organizzate all’interno dell’istituto, sia in ambito lavorativo e culturale”.

Nel documento firmato dai giudici si legge che Stasi “ha sempre manifestato empatia e sofferenza verso la parte offesa”, ovvero Chiara Poggi e la sua famiglia. Nonostante continui a proclamarsi innocente, la sua condotta è stata valutata come coerente con l’accettazione della condanna, elemento che – come ricordato nel provvedimento – non richiede necessariamente una confessione o un ravvedimento per l’accesso alla semilibertà.

Stasi, i giudici: "Ha sempre dimostrato empatia per Chiara". La famiglia Poggi: "Speriamo di non incontrarlo mai"
Poggi-Stasi

Alberto Stasi lavora attualmente come contabile all’esterno del carcere e usufruiva già da tempo di permessi premio, godendo di una certa libertà durante le ore diurne. Ora potrà muoversi quotidianamente per lavoro e attività sociali, restando comunque vincolato al rientro serale in cella.

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