Garlasco, incidente probatorio: il giudice si riserva su nomina del genetista Giardina
Il giudice si è riservato sulla nomina dei consulenti e di conseguenza anche per la determinazione dei quesiti da porre

A quasi 18 anni dall’omicidio di Chiara Poggi, uccisa nella sua villetta di Garlasco il 13 agosto 2007, la giustizia torna a occuparsi di uno dei dettagli più controversi dell’intera inchiesta: una traccia di Dna trovata sotto le unghie della vittima.
Incidente Probatorio
Oggi, mercoledì 9 aprile 2025, si sono svolte due udienze legate al caso. A Milano si è discusso della possibilità di concedere la semilibertà ad Alberto Stasi, l’ex fidanzato di Chiara condannato in via definitiva a 16 anni di carcere. A Pavia, invece, si è aperto il maxi incidente probatorio richiesto dalla Procura per accertare se quella famosa traccia biologica possa essere compatibile con il profilo genetico di Andrea Sempio, amico del fratello della vittima.
Sempio, oggi 37enne, era già stato indagato nel 2016 ma poi archiviato. Non ha presenziato all’udienza, come anticipato dal suo legale, l’avvocato Massimo Lovati.
Riserva sul genetista
La Procura pavese ha proposto di affidare l’esame al genetista Emiliano Giardina, noto per il ruolo cruciale nel caso di Yara Gambirasio. Tuttavia, la giudice Daniela Garlaschelli si è riservata la decisione sulla sua nomina, accogliendo il dubbio sollevato circa la sua imparzialità dopo alcune interviste rilasciate sul caso.
L’obiettivo è duplice: valutare l’integrità della traccia e, se utilizzabile, confrontarla con il Dna di Sempio (prelevato il 13 marzo scorso) e con quello di altri soggetti, compresi i familiari maschi della vittima. Sarà necessario confrontare anche altri reperti residui e impronte trovate sulla scena del crimine.
Il giudice quindi si è riservato sulla nomina dei consulenti e di conseguenza anche per la determinazione del quesito e i termini.
Traccia genetica già analizzata
Non è la prima volta che questa traccia genetica finisce sotto i riflettori. Durante il secondo processo d’appello contro Stasi, una perizia guidata dal professor Francesco De Stefano la giudicò non idonea all’analisi. Tesi ribadita dai consulenti della famiglia Poggi e da Luciano Garofano, ex comandante del RIS, oggi consulente della difesa di Sempio.
Diversa invece la posizione dei consulenti di Stasi, come il genetista Ugo Ricci, e di Carlo Previderé, che in una relazione recente ha ipotizzato una compatibilità proprio con Sempio.
"Non basta a scagionare Stasi"
Anche se la nuova analisi dovesse evidenziare una compatibilità, la Cassazione ha già chiarito che questa prova da sola non basta a scagionare Alberto Stasi, condannato sulla base di un quadro probatorio definito come “un mosaico coerente”.
Va ricordato che il cromosoma Y, trovato sotto le unghie di Chiara, non è identificativo di un singolo individuo ma solo della sua linea paterna. Inoltre, non è databile: la stessa Procura, nel 2016, aveva spiegato che Sempio usava abitualmente il computer di Chiara, il che potrebbe aver causato un trasferimento indiretto della microtraccia, incompatibile con la dinamica dell’aggressione. Nessuna delle sentenze infatti ipotizza una reazione della vittima, il che renderebbe improbabile un contatto diretto con l’assassino.