Maxi frode fiscale da 100 milioni di euro, perquisizioni anche a Pavia
Oltre 200 finanzieri impegnati in una vasta operazione contro una rete di frodi fiscali che coinvolge centinaia di aziende e professionisti
Frode fiscale e riciclaggio: la Guardia di Finanza scopre un'associazione a delinquere che coinvolge centinaia tra aziende e professionisti.
Maxi frode fiscale
Oltre 200 finanzieri del Comando Provinciale di Reggio Emilia, supportati da altre unità della Guardia di Finanza e su incarico della Procura della Repubblica, sono al lavoro per smantellare un’organizzazione criminale dedita a ingenti frodi fiscali. L’operazione, denominata "Ombromanto", coinvolge diverse province italiane e si concentra su un sistema fraudolento di frodi fiscali e indebita compensazione di crediti d’imposta per quasi 104 milioni di euro.
Il modus operandi
Il gruppo criminale, con base a Reggio Emilia, ha operato creando società “cartiere” e utilizzando fatture false per compensare crediti inesistenti con debiti tributari reali. Le aziende coinvolte hanno ceduto questi crediti fittizi, pagando una percentuale all’organizzazione in cambio. In alcuni casi, sono stati anche simulati il passaggio di rami d'azienda per giustificare la cessione di crediti. Oltre 400 aziende sono state coinvolte, con una trentina di esse che fungevano da "cartiere" per emettere fatture false.
87 indagati
Le perquisizioni e i sequestri preventivi eseguiti oggi sono finalizzati a recuperare i proventi del crimine. Il Provvedimento del Gip di Reggio Emilia ha emesso avvisi di garanzia nei confronti di 87 persone fisiche tra i 179 indagati, di cui 40 residenti in Emilia Romagna (21 in provincia di Reggio Emilia), e 4 soggetti giuridici (due aziende reggiane, una di diritto tedesco e una con sede a Milano, tutte società a disposizione dei sodali).
Perquisizioni anche a Pavia
L’operazione si estende su tutto il territorio nazionale, con la partecipazione di 38 reparti della Guardia di Finanza distribuiti in 28 province italiane (Reggio Emilia, Bologna, Piacenza, Parma, Modena, Rimini, Bolzano, Torino, Asti, Milano, Pavia, Monza, Verona, Perugia, Terni, Firenze, Pisa, Pesaro, Roma, Rieti, Frosinone, Pescara, Napoli, Caserta, Benevento, Taranto, Crotone, Trapani).
Ad aggravare ulteriormente la vicenda, vi è anche la complicità di professionisti del settore, tra cui commercialisti e notai, che hanno facilitato il funzionamento delle frodi fiscali. Sebbene al momento non siano state adottate misure nei loro confronti, il loro ruolo resta sotto attento monitoraggio.