Acqua e inquinanti: Pavia bene, preoccupa Voghera
Greenpeace denuncia livelli allarmanti di sostanze nocive nelle acque italiane
L’indagine sui Pfas e Tfa di Greenpeace denuncia livelli allarmanti di sostanze nocive nelle acque italiane: Pavia promossa, preoccupa Voghera.
(Immagine di copertina creata con AI)
Acqua e inquinanti
Un'analisi condotta da Greenpeace fa luce sulla presenza di sostanze inquinanti nelle acque italiane, con risultati che sollevano interrogativi sulla sicurezza idrica in diverse città. Se Pavia può tirare un sospiro di sollievo, altre località come Voghera mostrano dati preoccupanti.
L’indagine di Greenpeace
Nell’ambito della campagna "Acque senza veleni", Greenpeace ha analizzato 260 campioni prelevati in 235 città italiane. I risultati rivelano la presenza di Pfas nel 79% dei casi, con il Pfoa (classificato come cancerogeno) individuato nel 47% dei campioni e il Tfa nel 40%. La situazione preoccupa soprattutto perché, secondo Greenpeace, i controlli istituzionali sulle acque potabili in Italia sono ancora insufficienti.
Pavia a zero Pfas, ma allarme a Voghera
Tra le città analizzate, Pavia si distingue positivamente: il prelievo effettuato presso una fontanella pubblica ha mostrato assenza totale di Pfas e Tfa. Una situazione ben diversa a Voghera, dove i livelli di Pfas sono molto bassi (3,7 nanogrammi per litro), ma quelli di Tfa schizzano a 180,5 nanogrammi per litro, il valore più alto tra le città lombarde esaminate.
Limiti ancora da definire
Attualmente, in Italia non esistono limiti ufficiali per Pfas e Tfa nelle acque potabili, ma la direttiva europea 2184/2020, che entrerà in vigore nel 2026, stabilirà un tetto massimo di 100 nanogrammi per litro per la somma di 20 Pfas e 500 nanogrammi per tutti i Pfas noti (oltre 10mila). Tuttavia, gli esperti avvertono che questi limiti potrebbero essere inadeguati rispetto alle più recenti evidenze scientifiche, tanto che l'Agenzia europea per l'ambiente ha espresso preoccupazione per la loro reale efficacia nel proteggere la salute pubblica.
I dati in Italia
Se Pavia sembra fuori pericolo, altre città italiane registrano livelli ben più alti. Arezzo supera i 100 nanogrammi per litro, seguita da Milano (90,1), mentre per il Tfa il primato negativo spetta a Castellazzo Bormida (AL) (539,4 nanogrammi per litro), seguito da Ferrara (375,5) e Novara (372,6). Anche Torino, Cuneo e Sassari mostrano valori superiori ai 200 nanogrammi per litro.
La questione dell’inquinamento delle acque da Pfas e Tfa è ormai un problema di salute pubblica che non può essere ignorato. L’auspicio è che le normative in arrivo siano accompagnate da controlli più rigorosi e interventi concreti per garantire acqua potabile sicura a tutti i cittadini.