Lombardia

Pizzul: "In Regione la confusione regna sovrana"

Il presidente del PD: "Vogliono tirare a campare. Diamo un taglio netto, restituendo la parola ai cittadini"

Pizzul: "In Regione la confusione regna sovrana"
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"In Regione Lombardia la confusione regna sovrana. Siamo passati dalla certezza granitica che nulla era stato sbagliato durante la gestione di questa pandemia, dal 'facciamo tutto' noi con l’ospedale in Fiera, al cambio dei vertici della sanità". Fabio Pizzul, presidente del gruppo Pd in Consiglio regionale si riferisce al passaggio del testimone tra Luigi Cajazzo e Marco Trivelli alla Direzione generale dell’assessorato al Welfare.

Il cambio ai vertici della sanità

"E’ un segnale di discontinuità importante, un vero terremoto ai vertici della sanità lombarda che smentisce quanto detto pochi giorni fa dalla Giunta, ma non vorrei che fosse un modo per scaricare la colpa sui tecnici perché le linee guida arrivano dalla politica. Le responsabilità sono dell’intera Giunta".

Il Pd a maggio aveva presentato una mozione di sfiducia nei confronti dell’assessore Giulio Gallera. "Non ne facevamo una questione di persone - tra l’altro al dottor Cajazzo ho espresso stima e riconoscenza per il lavoro svolto, sottolinea Pizzul - preferendo una presa di coscienza che qualcosa doveva cambiare perché di errori ne sono stati commessi all’interno dell’assessorato al Welfare"

Gli errori commessi secondo Pizzul

"Bisogna prendere atto che sono emersi buchi neri significativi. Innanzitutto nella sanità territoriale con la presenza di sole 50 Usca (Unità speciali di continuità assistenziale) su 200. Ora è indispensabile recuperare un rapporto virtuoso con la medicina territoriale, lasciata completamente abbandonata. Poi serviva una programmazione efficace su test sierologici, almeno per monitorare l’epidemia, anziché lasciare la facoltà al cittadino di sottoporsi all’esame a proprie spese. La bocciatura da parte del Tar dell’accordo tra San Matteo e Diasorin è l’ennesima conferma della confusione che regna in Regione".

Come se non bastasse c’è stato il caso sollevato da Report sull’appalto affidato all’azienda del cognato del presidente Attilio Fontana. "Le eventuali responsabilità giudiziarie sulla vicenda dei camici di protezione prima venduti e poi regalati dovrà stabilirle la magistratura. Le modalità, però, lasciano qualche perplessità. Mi limito a osservare che se di donazioni si trattava l’avrei comunicato prima e rivendicata con forza".

L'ipotesi di un rimpasto in Giunta

"Spetta al presidente Fontana decidere cosa fare, se l’assessore Gallera può gestire il cambiamento. E’ stato eletto e ha il diritto e dovere di governare, ma deve cambiare. Come opposizione ci interessa capire il vero obiettivo di questa discussione, che evidenzia posizioni diverse all’interno della stessa maggioranza di governo. Tenere insieme i cocci serve a poco. La cosa migliore sarebbe dare un taglio netto, restituendo la parola ai cittadini".

Cioè tornare alle urne? "Non credo abbiano il coraggio di farlo. Temo vogliano tirare a campare, cambiando qualcosa per non cambiare nulla". Intanto la Commissione d’inchiesta sul Coronavirus non decolla. "La presidenza tocca all’opposizione e il veto al Pd è un atteggiamento incomprensibile".

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