l'incredibile spiegazione

Mura la madre morta nell'armadio: "Non riuscivo a separarmi da lei"

Come Norman Bates, il personaggio dei film di Hitchcock, il cinquantenne di Buccinasco ha raccontato del rapporto indissolubile che aveva con la madre.

Mura la madre morta nell'armadio: "Non riuscivo a separarmi da lei"
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Più che il desiderio di incassare la sua pensione sarebbe stato un rapporto fortissimo dal quale non riusciva a liberarsi. Una sorta di dipendenza alla Norman Bates, per citare il celeberrimo personaggio di Alfred Hitchcock. Ci sarebbe questo dietro alla storia che ha fatto parlare tutta Italia avvenuta qualche settimana fa a Buccinasco, di un uomo che ha murato nell'armadio la madre morta continuando a riscuotere la sua pensione. E a spiegare il perché di quella macabra scelta è stato direttamente Dante, il 50enne protagonista.

Mamma murata nell'armadio

Come racconta il Giornale dei Navigli, l'uomo ha raccontato la sua drammatica vicenda (e soprattutto il perché ha murato la mamma morta nell'armadio del suo appartamento a Buccinasco) a Pomeriggio Cinque, su Mediaset. Insieme a lui la compagna Micaela, che ha denunciato la cosa ai carabinieri facendo emergere la vicenda.

“Ho sbagliato e pagherò le conseguenze delle mie azioni. Non cerco scuse e giustificazioni. Non l’ho fatto per questione di soldi. In quel momento non sono riuscito a staccarmi da mia mamma”.

"Non riesco ad accettare la morte, è più forte di me"

Davanti alle telecamere, ha ripercorso gli ultimi giorni di vita della madre, un’anziana di 80 anni, la sua morte  per malattia e la decisione di murarla in casa, avvolgendola con argilla e cellophane.

“Ho sempre sofferto i lutti. Ho sbagliato  ma in quel momento sono andato in tilt, mi è crollato tutto addosso, non pensavo morisse così. La morte non riesco ad accettarla, è più forte di me. Mi è crollato il mondo addosso. Ho pensato di tenere la mamma con me”.

La testimonianza della compagna

Per due anni l’anziana è rimasta in quell’armadio ricoperto di palta e plastica, poi la compagna di Dante lo ha scoperto:

“Mi aveva detto che la mamma era morta ma poi ho visto un messaggio di un suo amico che chiedeva come stesse la madre perché a lui aveva raccontato che era ricoverata in una Rsa. Sono andata a parlare al parroco che mi ha suggerito di rivolgermi ai carabinieri”.

La denuncia ai carabinieri

E così la donna ha denunciato il compagno, dopo che Dante, messo alle strette, era crollato confessando tutto.

“La vita non è così facile. Anche io ho provato a entrare nella sua testa, chiedendomi come potesse succedere una cosa del genere. Ha seguito la nonna malata, poi la mamma. La sua vita era devastata. Abbiamo parlato notti intere di questa vicenda, mi ha raccontato il peso della malattia. Per lui è sembrata l’unica soluzione possibile".

"Non sapevo cosa fare"

Nelle parole di Dante riemergono poi le sensazioni di quei drammatici giorni:

"Dopo che è morta, sono rimasto alcuni giorni con lei, il tempo è passato senza rendermi conto. Erano passati troppi giorni non sapevo cosa fare, ho pensato la lascio qui, la trovano e le faranno un funerale. In quel momento non ragionavo, ero fuori di testa. Appena più lucido, ho pensato di metterla in questo modo e ho sigillato tutto. È stato un mio ragionamento ho usato l’argilla perché la utilizzavo per le piante, so che trattiene il cattivo odore e i liquidi e ho usato quel materiale, il cellophane per avvolgere, perché mi serviva qualcosa che potesse coprire. Mi rendo conto che è mostruoso”.

Dante racconta di aver sofferto la solitudine, la depressione, che ha pensato di togliersi la vita:

"Non l’ho fatto per i soldi della pensione. Avevo perso il lavoro, sì, e i soldi purtroppo li ho usati perché ero senza impiego. Ma non l’ho fatto per quel motivo. Non riuscivo a staccarmi da lei. Ora pagherò le conseguenze”.

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