Regione Lombardia

Lombardia e pandemia: l'intervista al Presidente Fontana

"Priorità alla sanità, ma senza trascurare economia, Olimpiadi 2026 e università".

Lombardia e pandemia: l'intervista al Presidente Fontana
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"La sanità resta il pensiero fisso di ogni giorno, ma non abbiamo trascurato l’economia. La necessità di mettere in campo tutte le azioni di rilancio come i 4 miliardi del cosiddetto Piano Marshall, la sfida delle Olimpiadi 2026, la ricerca e il sostegno alle università lombarde alle quali abbiamo erogato 400 milioni". E’ quanto va dicendo il presidente di Regione Lombardia, Attilio Fontana, durante il suo tour nelle province incontrando istituzioni e operatori economici.

"Le difficoltà non mancano, ma vedo una grande voglia di reagire", commenta soddisfatto al termine della tappa di Lecco avvenuta venerdì scorso.

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L'intervista al Presidente Fontana

I problemi, le difficoltà, le polemiche sono oggetto di dibattito quotidiano ormai da un anno. Ma come è cambiata la sua vita dall’esplosione dell’emergenza sanitaria ad ora con la seconda ondata della pandemia?

"Questa pandemia mi ha creato preoccupazioni e angosce. A febbraio abbiamo iniziato a fare i conti con un virus che nessuno conosceva; nessuno sapeva come reagire e affrontarlo per sconfiggerlo. E' una battaglia che mi ha segnato molto. La seconda ondata, pur in mezzo a tante difficoltà, la stiamo affrontando più preparati, dal punto di vista della diagnosi, delle cure e anche dal punto di vista psicologico. Vale per i medici che sono tornati in prima linea, per tutti gli operatori - dal personale scolastico all'esercito dei volontari - e anche per noi amministratori a tutti i livelli. Lo dimostra anche il numero di decessi che sono meno di un terzo rispetto alle vittime di quella terribile prima ondata. Uomini e donne ai cui parenti va tutto il mio cordoglio e abbraccio caloroso. Spesso si parla di queste vittime solo come di numeri, non è così per me. E' un dramma difficile da sopportare".

Se nella prima fase c’era più solidarietà e vicinanza oggi sembra prendere il sopravvento la polemica. Gestire un’emergenza sanitaria contro un virus ancora poco noto, però, non è facile...

"Il Coronavirus è una scusa, un pretesto. La pandemia è stata un mezzo per portare avanti una battaglia politica. Nessuno era preparato ad affrontare un virus che nessuno al mondo conosceva. All'inizio tutti venivamo rassicurati che non dovevamo temere nulla. Le polemiche si sono scatenate sulla Lombardia: perché ha più contagiati? Ha più morti? I fatti, però, dicono che la provincia di Piacenza ha gli stessi numeri della provincia di Bergamo. Con la differenza che la città orobica è stata dipinta come il centro più pericoloso del mondo.

In quel momento, sinceramente, mi sarei aspettato un'unione di intenti nel combattere insieme un nemico subdolo. Così come mi sarei aspettato che ora che il virus si è diffuso in tutta Italia, mandando in tilt anche i sistemi sanitari di regioni considerate virtuose nella prima ondata, qualcuno chiedesse scusa, riconoscendo che non c’è mai stato un caso Lombardia. Solo la sfortuna di una regione aggredita per prima e alle spalle, dal Covid. Una regione che ha pagato il prezzo più alto e che grazie a un sistema sanitario, fatto di donne uomini straordinari, è riuscita a gestire e contenere danni che avrebbero potuto essere ancora maggiori. Poi, come ho sempre detto, ci sarà anche stato qualche errore, ma chi non ha sbagliato nel gestire questa emergenza sanitaria?".

Vaccini antinfulenzali:

I ritardi sui vaccini antinfluenzali, poi, non hanno aiutato a creare un clima più sereno.

"Anche qui stiamo assistendo a una speculazione politica. Il ritardo ha colpito tutte le regioni, non solo la Lombardia. I ritardi sono sotto gli occhi di tutti, ma è dovuto pure alle case farmaceutiche, che non erano preparate a soddisfare una domanda così forte. L'anno scorso, per la campagna antinfluenzale in Lombardia,  abbiamo utilizzato 1,3 milioni di dosi. Quest'anno sono salite a 2,5 milioni e non bastano ancora. Ad oggi sono stati somministrate e rendicontate 1.351.831 dosi, un numero superiore a quello raggiunto lo scorso anno a fine campagna influenzale. Medici di famiglia e Asst ne hanno a disposizione ancora 450mila e altri 200 mila arriveranno nelle prossime settimane. Pertanto certamente vaccineremo circa il 70% dei cittadini in più dell’anno scorso. Gli esperti ci dicono che, in linea con gli anni passati, il picco influenzale si verificherà tra fine gennaio e inizio febbraio, quindi abbiamo ancora un po’ di tempo per tentare di ampliare la platea dei soggetti da vaccinare".

Ristori e contributi:

Regione per affrontare questa emergenza ha messo in campo risorse per 3,5 miliardi che, con la variazione di Bilancio dei prossimi giorni, diventeranno 4 miliardi.
Come sono stati usati e come verranno utilizzati questi soldi?

"Ben 400 milioni sono già stati assegnati a Comuni e Province e già impegnati. Sono serviti per aprire i cantieri di poco più di 2.500 dei 3.000 progetti indispensabili per avviare o completare opere pubbliche sui territori lombardi. L'iniziativa è stata molto apprezzata dagli enti locali che hanno così potuto contribuire a rimettere in moto l'economia locale".

Poi avete stanziato circa 210 milioni per i ristori. Perché, visto che ci aveva già pensato il Governo?

"Abbiamo voluto dare una mano a quelle categorie che non erano state prese in considerazione dal provvedimento governativo e sostenere quelle attività che, pur beneficiando già dei ristori, sono state colpite più di altre perché fermate in questo secondo lockdown".

Ai primi 40,5 milioni di ristori di novembre, il 2 dicembre avete aggiunto altri 43,7 milioni a sostegno di famiglie, lavoratori e imprese.
Quante domande sono arrivate ad oggi? E quante sono state evase?

"Il primo provvedimento del 16 novembre ha già visto accreditare i ristori sul conto corrente del 70% delle persone che aveva fatto domanda: ben 13.000 persone. La seconda finestra è ancora aperta e avremo un quadro più preciso nei primi giorni del nuovo anno. Da gennaio apriremo un'altra misura per soddisfare in particolare i professionisti, con o senza Partita Iva, con un ristoro da 1.000 euro".

I tempi sono stati rapidissimi. Significa che la burocrazia si può bypassare?

"Abbiamo dimostrato di essere rapidi, tempestivi ed efficienti proprio perché Regione Lombardia ha approvato una legge sulla semplificazione".

Zona gialla e vaccinazioni:

Da domenica la Lombardia è diventata zona gialla. Cosa cambierà?

"I numeri dicono che la situazione si sta gradualmente allentando, che la pressione sugli ospedali sta diminuendo, che le rianimazioni si stanno svuotando. I cittadini lombardi hanno confermato di essere persone responsabili, serie e che si sono impegnati a rispettare le indicazioni decise dal Governo. Però la zona gialla non significa "liberi tutti". Occorrerà ancora molta attenzione e prudenza, rispettando le consuete indicazioni igienico e sanitarie. Tutto finirà quando almeno il 75% della popolazione sarà vaccinata".

Quando arriveranno i primi vaccini in Lombardia? E quanti saranno?

"La struttura del commissario Arcuri che gestisce il piano vaccinale anti-Covid19 a livello nazionale, ci ha comunicato che entro il 15 gennaio in Lombardia dovrebbero arrivare circa 300 mila dosi del primo vaccino Pfizer. La cui autorizzazione da parte dell’Ema è prevista per il 29 dicembre. E’ un siero che richiede una conservazione particolare all’interno di ultra congelatori a -70/-80°. Noi ci stiamo attrezzando e abbiamo già individuato 65 siti su tutto il territorio capaci di stoccarli. I primi ad essere coinvolti saranno operatori sanitari e amministrativi di ospedali pubblici, privati, Rsa, e ospiti di queste ultime".

Con il vaccino potremo uscire dall’emergenza ma continueremo a lavorare in smart working e fare didattica a distanza?

"Nei prossimi anni dovremo trovare un giusto equilibrio tra vita “digitale” e in presenza perché ognuna delle due soluzioni ha aspetti positivi e aspetti negativi. Tutti noi abbiamo bisogno di incontrarci in presenza per confrontarci, dialogare, lavorare, studiare. Approfitto di questa occasione per ringraziare insegnanti e dirigenti scolastici per lo straordinario impegno che hanno messo in campo facendo anche i controllori e gli igienisti in questo difficile momento. Hanno fatto scelte e si sono assunti responsabilità: bravi".

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