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Cerca di vendere un Rolex tarocco... ai Carabinieri

Il "commerciante", operativo sul lido di Jesolo, ha anche tentato la fuga, ma è stato subito preso.

Cerca di vendere un Rolex tarocco... ai Carabinieri
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Aveva scambiato i Carabinieri in borghese per turisti e si era avvicinato loro per provare a vendere loro dei Rolex falsi. Appena ha compreso la situazione, ha tentato di scappare, ma è stato subito bloccato dagli agenti. A finire nei guai un 44enne di origini senegalesi che, lungo la spiaggia di Jesolo, vendeva orologi contraffatti ai bagnanti.

Vende Rolex tarocchi, ma i turisti sono... Carabinieri

Non si era proprio accorto che i bagnanti a cui voleva vendere i Rolex tarocchi fossero militari in borghese. Come raccontato da Prima Venezia, i militari della Stazione  di Jesolo hanno denunciato in stato di libertà un 44enne senegalese per commercio di prodotti falsi.

I Carabinieri, nel corso di un servizio in borghese lungo l’arenile, sono stati avvicinati dal venditore che ha proposto loro l'acquisto di un Rolex. Gli uomini dell'Arma, però, hanno subito ipotizzato che quanto proposto poteva essere o provento di furto oppure un’imitazione dell’originale e si sono a ragion veduta qualificati.

A quel punto il venditore, dopo un primo istante di smarrimento, ha abbozzato un tentativo di fuga, ma è stato prontamente fermato. Durante la seguente perquisizione è stato trovato in possesso di 23 orologi di note griffe verosimilmente contraffatti e di un kit portatile “link pin remover” con strumenti per riparazione e regolazione cinturini per orologiai.

Multe salate per chi compra merce contraffatta

L’interessato è stato denunciato e  il materiale posto sotto sequestro anche al fine di cercare di risalire alla filiera della contraffazione.

Si ricorda che anche gli acquirenti di merce contraffatta possono avere conseguenze in base al “Decreto sulla competitività”, nell’ambito della lotta alla contraffazione di prodotti e di tutela della proprietà intellettuale, che ha previsto una sanzione amministrativa pecuniaria fino a 7.000 euro a carico di coloro che acquistano o accettano, senza averne prima accertata la legittima provenienza, merce che, sia per la qualità che per la condizione di chi la offre in vendita o ancora per la scarsa entità del prezzo, inducano a credere che siano state violate le normative in ordine all’origine o provenienza di tali prodotti ed in materia di proprietà intellettuale.

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